La caduta di capelli in autunno è un fenomeno che colpisce sia uomini che donne, principalmente a causa del cambio climatico che accelera la perdita dei capelli. Normalmente ne cadono ogni giorno una quantità stabile, ma in questo periodo il numero può crescere notevolmente.
Solitamente la gran parte dei capelli sul cuoio capelluto si trova nella fase di crescita (anagen), mentre i restanti capelli sono invece nella fase di sospensione delle funzioni vitali (catagen) o di riposo e caduta (telogen).
Questa situazione si verifica tutto l’anno, tranne però per i mesi di gennaio e luglio in cui si ha un aumento delle strutture follicolari che entrano in fase telogen. Poiché questa fase del ciclo vitale ha la durata di tre mesi, al suo termine, ovvero ad ottobre e ad aprile, si potrà notare un aumento della caduta di capelli che prende il nome di caduta di capelli stagionale.
Si tratta di un fenomeno fisiologico, che non è causa di calvizie definitiva, né di eventuale diradamento, a patto che un corretto ricambio fra capelli in caduta e nuovi capelli mantenga l’equilibrio. È importante poi che la caduta non permanga per troppo tempo, trasformandosi in una vera e propria calvizie.
Nei periodi tra settembre e novembre gli ormoni, sensibili alle ore di luce, attivano un processo che sincronizza il ciclo vitale dei follicoli con un conseguente aumento del numero dei capelli che cadono.
A questi fattori, si aggiungono anche stress psichici e fisici. Al termine dell’estate, al rientro alla vita lavorativa dopo le ferie, può aumentare lo stress che può contribuire a determinare un aumento della perdita di capelli.
Anche gli stress fisici a cui sono sottoposti i capelli in estate, con un’eccessiva esposizione del cuoio capelluto al calore e ai raggi solari, i bagni in mare o in piscina, possono provocare un indebolimento del fusto dei capelli.
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Ci sono anche casi, però, in cui il naturale incremento stagionale rischia di nascondere un reale problema di ricrescita capelli, rendendo più difficile distinguere fra caduta stagionale e perdita dei capelli.
Se lo stress o altri fattori esogeni tipici del periodo agiscono in una situazione di capelli già deboli (come ad esempio in situazioni di alopecia androgenetica) il rischio che si attivi un processo di sofferenza del bulbo pilifero e di perdita del capello è molto elevato.
Quindi se in questo periodo si riscontra un’aumentata caduta associata al cambiamento estetico della massa capillare, è fondamentale far valutare subito la propria situazione da un esperto per identificare scientificamente se si tratta di un fenomeno passeggero oppure di una problematica con origini più profonde.
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